Dal So Wen (Canone di Medicina Interna): "i tre mesi d'inverno sono chiamati chiudere e tesaurizzare; l'acqua gela, la terra si screpola; nessuno stimolo viene più dall Yang (ci si astiene dal lavorare all'aperto). Ci si corica presto, ci si alza tardi, ci si rimette per tutto alla luce del sole. Si esercita il volere come sotterrati, come nascosti, come rivolti solamente verso di sè, come occupati a possedersi. Si sfugge il freddo, si ricerca il calore, evitando le traspirazioni, per paura di essere pericolosamente sforniti dei propri soffi. Ci si conforma ai soffi dell'inverno, via per il mantenimento della tesaurizzazione della vita. Andare controcorrente porterebbe danno ai reni, causando, in primavera, invalidità e reflussi, per insufficiente apporto all'impulso vitale".
L'inverno - DONG, è la stagione del buio, del freddo, il luogo dell'esilio ma anche della riserva nascosta dei fermenti di vita. Con l'arrivo del freddo c'è il sopravvento dello Yin, quindi il ritorno nella profondità, le relazioni tendono a congelarsi per tesaurizzare ciò che c'è di più intimo.
L'elemento che corrisponde alla stagione invernale è l'acqua che è la sorgente della vita, il regno dell'oscuro, la matrice dello yang. L'acqua in inverno diventa ghiaccio, si solidifica, indurisce, ma non cambia la propria natura piuttosto si trasforma. Permane il fuoco vitale profondo che in primavera tornerà a riscaldare provocando la risalita dell'acqua trasformata in vapore.
L'organo corrispondente all'elemento acqua è il rene (i reni) che ha la funzione di conservare il soffio originario. Il rene è la casa dell'acqua e del fuoco, domina il metabolismo dei liquidi, assicura la raccolta delle QI. Con la respirazione profonda tonifichiamo l'energia renale, sosteniamo il rene. Il rene domina le ossa, produce il midollo, si manifesta nei capelli, si apre nell'orecchio. Attenzione, quindi, al sistema reni-vescica-ossa. manteniamo caldi i piedi, le orecchie e la fascia lombare.
Gli aspetti psichici legati all'inverno sono la paura e il volere. La paura non patologica è prudenza, pensiero riflessivo che significa riprendere possesso di sè. Nella forma patologica la paura causa invece perdita di fermezza, cedimento, discesa, insicurezza, angoscia che blocca la volontà e impedisce l'azione.