L'Ikazuchi Dojo (programma insegnato presso il Centro LYNFA) è una scuola di scherma tradizionale giapponese e discipline collaterali.
Che senso ha praticare l'arte della spada dei samurai, oggi, nel 2014? Esistono tante risposte quante possono essere le motivazioni dei singoli praticanti.
I nostri maestri nipponici, ad esempio, praticano per onorare la tradizione di famiglia e la storia della propria nazione. A ciò si aggiunge indubbiamente la valenza introspettiva e filosofica della scherma, soprattutto da quando lo Zen iniziò a influenzare le arti marziali in Giappone.
Originariamente, come in tutte le civiltà, l'abilità nel combattimento con le armi soddisfaceva delle necessità d'ordine pratico. In epoca meno remota, lo Zen ha avuto sicuramente il merito di elevare qualsiasi aspetto dell'attività umana, e quindi anche l'arte della scherma, a mezzo per percorrere la Via verso il Satori, l'Illuminazione. Parliamo di una Spiritualità dell'Uomo, senza divinità o elementi di misticismo, e lontana anni luce dalle interpretazioni "hippie-frichettone" o New Age del XX secolo.
Ecco dunque che l'allenamento al maneggio della spada, se sotteso da una filosofia di consapevolezza e indagine del Sé, supera il concetto di "anacronismo" e porta il contesto oltre lo scopo d'utilità pratica, diventando "pratica utile" alla realizzazione interiore.
Senza dubbio la Katana del Samurai affascina e attrae quel nostro lato sensibile all'archetipo della spada, e stuzzica, altrettanto, le adolescenziali fantasticherie nell'impersonare la figura dell'avventuroso guerriero.
L'indagine e sperimentazione storica che operiamo nell'Ikazuchi Dojo, collateralmente alla pratica, ci riporta, però, coi piedi per terra e ci apre gli occhi su una realtà storica che da un lato disillude, ma dall'altro gratifica superando, a volte, le ben confezionate idealizzazioni.
Seppur non immune da contraddizioni, la cultura nipponica, soprattutto quella tradizionale, colma alcune mancanze nel vivere quotidiano dell'uomo occidentale. Il Samurai e la sua Katana hanno maggior presenza ed esposizione rispetto ad un cavaliere del nostro Medioevo non solo, e forse neanche tanto, in Giappone quanto in Occidente. Onore, sincerità, umiltà, rispetto, dovere, disciplina, per citarne alcuni dei Bushi, sono valori che abbiamo perduto nel corso della nostra storia, trascinati via dalla radicalità di movimenti che hanno proposto la libertà più come assenza di limiti individuali che rispetto di quelli personali.
Maneggiare correttamente una spada nell'esecuzione di un kata (forma) ci porta a rispettare delle regole, ad essere consapevoli di noi stessi, a superare i nostri limiti tramite una pratica disciplinata e sincera. Sì, sincera nell'ammettere quando e quanto essa non sia stata, a volte, sufficiente. Pertanto la pratica richiede umiltà e dovere verso noi stessi e verso l'insegnante. Questo ci fa onore.
Tale attitudine, la maggiore consapevolezza di Sé acquisita nella pratica, la si porta poi in ogni aspetto del nostro vivere quotidiano.
Non esistono trucchi, scorciatoie, magie e formule segrete, ma solo una "pratica attenta".
Gassho.
- Maurizio Colonna